Achille Ratti e la Polonia (1918-1921)
In: Publications de l'École française de Rome, Jg. 223 (1996), Heft 1, S. 95-122
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La missione polacca rivela ad Achille Ratti il nesso tra fede religiosa e fede patriottica che segna i popoli dell'Europa orientale all'indomani della prima guerra mondiale. Giunto a Varsavia per restarvi pochi mesi, vi resterà tre anni, finché un incidente diplomatico nella questione dell'Alta Slesia non invelenisce i rapporti tra Polonia e Santa Sede. Ratti conosce da vicino, in Polonia, tutte le gradazioni del nazionalismo, il bolscevismo, ma soprattutto la complessità dell'Oriente europeo dove essere cattolici pare essere inteso in modo diverso che a Roma. La «Polonia semper fidelis», con l'identificazione tra religione e nazione, dovrebbe a suo dire trascorrere in una «Polonia semper romana», dove cattolici non si nasce ma si sceglie di essere. Il Ratti degli anni polacchi è un organizzatore costruttivo, più uomo pratico che uomo di cultura, non toccato da alcun dubbio dottrinale né reso pensoso oltremisura dalla visione di una società mista di cattolici di rito latino e di rito orientale, ebrei, ortodossi, protestanti.
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Achille Ratti e la Polonia (1918-1921)
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Autor/in / Beteiligte Person: | Roberto Morozzo della Rocca |
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Zeitschrift: | Publications de l'École française de Rome, Jg. 223 (1996), Heft 1, S. 95-122 |
Veröffentlichung: | nL: PERSEE, 1996 |
Medientyp: | academicJournal |
Sonstiges: |
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